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L'economia italiana dall'unità alla grande guerra

Stefano Fenoaltea
2012
344
UniversItalia
9788865073087
15,00 €

L'Italia è ridiventata ricca. Era stata ricca nel mondo antico, nei secoli dell'egemonia (e della pax) romana. Dal crollo di quel mondo si era risollevata prima e meglio di altri: nell'Europa medievale, rifiorita con il nuovo millennio, erano italiane le grandi potenze marittime, commerciali, finanziarie, infine anche manifatturiere. Per altri secoli ancora, dunque, l'Italia è stata ricca. Non è riuscita a mantenersi tale. L'Italia è ancora prospera alla fine del Cinquecento, il siglo de oro degli iberici pionieri della navigazione oceanica; ma nel Seicento passano all'Olanda l'egemonia navale e commerciale, e, con questa, la ricchezza finanziaria. Dal Settecento, debellata l'Olanda, domina i mari l'Inghilterra, contrastata solo dalla Francia, diventata nel frattempo la massima potenza industriale. Le marine e le industrie nordeuropee invadono lo stesso Mediterraneo; l'Italia si riduce a paese periferico, sottosviluppato, importatore dei manufatti e dei servizi commerciali che una volta esportava.

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